Antico telaio della Famiglia Ruffoni

L’antico telaio della famiglia Ruffoni

Come il lino, la lana e la canapa hanno caratterizzato la vita nelle zone montane

In un piccolo edificio adiacente a una casa di fine Ottocento, il telaio di proprietà della famiglia Ruffoni racconta la storia di un lavoro svolto principalmente dalle donne, che, come in molte altre zone montane, si occupavano della produzione di oggetti quotidiani, vestiario e tessuti necessari alla vita di tutti i giorni.

La vita contadina di una volta era fortemente legata alla terra e al ciclo delle stagioni. Le famiglie provvedevano in modo autonomo alla coltivazione e raccolta delle materie prime, come la canapa, il lino e la lana. Dall’allevamento delle pecore e dalla coltivazione di queste piante si ricavavano le fibre, che venivano filate e poi tessute per realizzare tessuti di uso quotidiano. La canapa era utilizzata per realizzare lenzuola e biancheria ordinaria, mentre il lino veniva impiegato per tovaglie e tessuti più pregiati. La lana, infine, serviva per confezionare panni di vario tipo e coperte, come i caratteristici “pezzotti” valtellinesi, tessuti con lana e canapa, detti mezzalàa.

Purtroppo, la tradizione tessile della Valgerola è ormai scomparsa, e oggi la produzione di tessuti avviene quasi esclusivamente per scopi hobbistici, didattici o dimostrativi.

La coltivazione della canapa, in particolare, era molto diffusa a Gerola Alta. La canapa da fibra (Cannabis sativa) cresceva bene sui terreni scoscesi della valle, unendo resistenza e velocità di crescita. Dopo la fioritura, le piante venivano tagliate e disposte in covoni per macerare. Una volta macerate, le canne venivano battute con la gramola per eliminare la corteccia, liberando così la fibra interna. Questa fibra grezza veniva successivamente cardata, ovvero trattata su un “spinasc”, un’asse con lunghi chiodi, per separare le fibre più fini e pregiate. Il filato così ottenuto veniva poi filato a mano con il fuso e la rocca, per essere utilizzato nella tessitura di tessuti robusti, come le lenzuola o le coperte chiamate mezzalàa.

Anche la lavorazione della lana aveva il suo ciclo tradizionale. La lana, ancora non lavata per mantenere il grasso che la rende più lavorabile, veniva cardata tra gli “scartasc”, due assi di legno con chiodi. In passato, la filatura avveniva principalmente con la rocca e il fuso, strumenti ancora usati per la loro maneggevolezza. Dopo la filatura, i fili venivano uniti e ritorti per ottenere una fibra più resistente, che veniva poi lavata, tinti e trasformata in gomitoli, pronti per essere lavorati a maglia o tessuti per fare calze, maglioni, o coperte.

Informazioni utili

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Indirizzo

Via Monaci 10, 23010 Albosaggia (SO)
Come arrivarci

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Orari

Dal 1° giugno fino al 31 ottobre:
Festivi e prefestivi: 10 – 12.30 / 15 – 19
Luglio e Agosto: aperta anche dal martedì al venerdì: 10 – 12 / 16 – 18.

dal 1° novembre al 31 marzo:
Festivi e prefestivi: 10 – 12.30 / 14.30 -16.30

dal 1° aprile al 31 maggio:
Festivi e prefestivi: 10 – 12.30 / 14.30 – 18.

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Contatti

Tel. Ufficio Cultura e Sport +39 0546 994405 | Pro Loco +39 0546 81166
mail: cultura@comune.brisighella.ra.it | iat.brisighella@racine.ra.it

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