Chiesa di San Salvatore

Chiesa di San Salvatore

Il gioiello artistico della Valtellina

San Salvatore, alle porte della Valle del Livrio, è uno dei più conosciuti e affascinanti maggenghi della media Valtellina, che riassume in sé elementi di straordinario interesse storico e naturalistico. La tradizione vuole sia stata eretta dai primi cristiani al principio del VI secolo. La dedica a Cristo Salvatore, titolo dato di preferenza alle prime chiese cristiane, avvalorerebbe questa ipotesi, così come pure la lapide incisa in carattere gotico recante la data 537, menzionata dallo storico Quadrio nel 1755 e riconfermata dal parroco di Albosaggia Bernardo Petrucci nel 1807, purtroppo andata smarrita già dalla fine dell’Ottocento. Si narra che nell’antico tempio venissero trasportate le salme dei primi cristiani della Bergamasca per impedirne la profanazione da parte dei pagani.

La chiesa, oggi in stile barocco, subì nel corso dei secoli numerosi interventi cosicché della struttura medievale attualmente rimane ben poco. Le principali modifiche vennero apportate nel corso del Seicento con l’aggiunta di due altari laterali, ma soprattutto con la trasposizione dell’ingresso dalla parte dell’abside. La presenza di lacerti di affreschi del XVI secolo scoperti sul portico d’ingresso attuale sembra confermare tale ipotesi, avvalorata dalla tradizione popolare, secondo la quale un prete sarebbe stato ucciso da un nobile bergamasco poiché aveva iniziato la funzione religiosa prima del suo arrivo. Dopo il grave fatto la popolazione avrebbe demolito l’altare costruendone uno nuovo sul lato opposto. Più probabilmente il motivo della trasposizione è da ricercare nei pericolosi cedimenti delle fondamenta.

All’interno della chiesa, oltre alla pala dell’altare maggiore raffigurante l’Ascensione di Gesù al cielo, dipinta da un anonimo pittore nel 1638, si può osservare sull’altare di sinistra dedicato alla Madonna una tela risalente ai primi decenni del Seicento di autore ignoto con la Beata Vergine Immacolata che calpesta un drago. Pregevole anche l’elegante sacrestia al centro della cui volta si osserva un bell’affresco del XVII secolo raffigurante “Giacobbe che sogna la scala del cielo”.

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Albosaggia (SO)

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Piccole curiosità

La leggenda delle ossa

Nel 1762 fu costruito un secondo ossario per collocare le numerose ossa presenti, alcune delle quali erano legate a culti e leggende. Alcune di queste ossa – effettivamente attribuibili a soggetti di statura superiore alla norma dell’epoca – erano considerate come appartenenti ai giganti, ed erano oggetto di un culto particolare, misto di suggestione e religiosità: due teschi erano posti sull’altare, uno dei quali veniva usato per invocare la pioggia nei periodi di siccità e l’altro per far cessare i temporali troppo violenti, onde evitare danni peggiori.

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